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Conosciamo veramente in nostro guardaroba?

Sappiamo tutti di utilizzare solo una piccola parte del nostro guardaroba, di comprare in continuazione nuovi capi di abbigliamento per poi alla fine portare quasi sempre lo stesso paio di jeans per comodità.

Una domanda sorge spontanea: siamo veramente consapevoli di cosa è composto il nostro guardaroba e di cosa non usiamo?

Uno studio di Movinga, una società tedesca di traslochi online, mette in luce proprio la tendenza all’accumulo di beni in diversi paesi e all’impatto di questo consumo sfrenato sull’ambiente e sull’economia.

I dati italiani sono chiari: non utilizziamo più dell’80% del nostro guardaroba. Eppure abbiamo costantemente la sensazione di non avere nulla da mettere e di aver sempre bisogno di fare shopping.

Il sondaggio di Movinga, condotto tra 18 mila famiglie in 20 paesi diversi, mette a confronto la percezione individuale degli sprechi domestici con la realtà, per cercare di misurare il “tasso di illusione” dei nostri consumi attraverso tre semplici domande.

  • Quale percentuale del tuo guardaroba non hai indossato negli ultimi 12 mesi?
  • Quale percentuale della tua spesa alimentare viene sprecata?
  • Quanti oggetti non sono ancora stati usati da dopo il trasferimento?

Hanno, poi, invitato le famiglie a tenere un diario giornaliero, in cui dovevano prendere nota per 12 mesi di tutti i vestiti indossati ogni giorno, di quanto cibo era stato gettato e di quali oggetti si erano serviti.

Alla fine dei 12 mesi, tutti i dati sono stati raccolti e confrontati con quelli dichiarati inizialmente, che non erano dati reali ma semplici stime personali. Il risultato ottenuto è stato definito “delusion gap”, il divario tra illusione e dati reali.

Dallo studio emerge come, tra i 20 paesi considerati, l’Italia sia addirittura al 15esimo posto a livello di coscienza del problema dell’accumulo di abiti.

In Italia infatti siamo convinti di non usare il 28% del nostro guardaroba quando le cifre reali arrivano all’81%, con un “tasso di illusione” del 53%.

La situazione cambia in paesi come Russia, Svezia e Francia in cui, nonostante più del 50% del guardaroba medio rimanga inutilizzata, troviamo comunque una consapevolezza maggiore del fenomeno.

Ma come arriviamo ad accumulare così tanti abiti senza rendercene conto?

Lo shopping è ormai entrato a far parte delle nostre vite e si trasforma a seconda delle occasioni in collante sociale, modo per aumentare l’autostima, terapia nei momenti di tristezza o diversivo per ammazzare il tempo.

Ci ritroviamo così a volte ad acquistare capi che non ci piacciono davvero, che non sappiamo con cosa abbinare o che in realtà non ci stavano bene come ci sembrava in negozio… e quindi?

Facciamo acquisti solo se ne abbiamo veramente bisogno.
Impariamo a creare un guardaroba capsule, per creare il nostro stile ed essere unici.

Dress the change ha sviluppato un’app che potrà aiutare i consumatori nel gestire il proprio guardaroba, conoscerlo, amarlo e rispettarlo.

Gli obiettivi dell’app Wardable sono tutti molto pratici:

  • integrare la sostenibilità nella gestione ottimizzata del proprio guardaroba;
  • favorire l’incontro tra gli utenti per ridurre gli sprechi nell’abbigliamento prediligendo il prestito e o lo scambio di indumenti (swap)
  • incoraggiare a sfruttare a pieno il contenuto del proprio armadio per comprare meno e meglio.

Wardable è la prima app che calcola, tramite un algoritmo proprietario, il livello di sostenibilità del proprio guardaroba (Scopri di più sull’indice di sostenibilità) e di quello dei propri amici e fornisce suggerimenti e consigli su come migliorarsi. 

La gestione migliorata del guardaroba ridurrebbe notevolmente l’impatto sia ambientale che sociale dell’industria della moda.

Prendiamoci del tempo per conoscere bene il nostro guardaroba. Ci renderemo conto di avere già tutto, o quasi tutto, quello che vogliamo.

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