Il Black Friday è il giorno dopo la festa del Ringraziamento e dagli anni Sessanta, i negozianti americani propongono sconti speciali allo scopo di favorire lo shopping e dare il via alle spese natalizie.
Diverse sono le tesi sull’ origine del nome “black Friday”.
Secondo alcune il riferimento al nero deriva dal fatto che all’epoca i registri contabili dei negozianti si compilavano a penna, usando inchiostro rosso per i conti in perdita e quello nero per i conti in attivo. E nel venerdì dopo il ringraziamento, grazie a queste promozioni, i conti finivano decisamente in nero.
Secondo un’altra tesi, l’origine del nome è meno poetica. Il “nero” sarebbe causato dal traffico sulle strade e dalla congestione nei negozi, provocata da migliaia di americani attirati da sconti – validi soltanto quel giorno – anche dell’80 per cento.
Il Black Friday è visto da diversi analisti finanziari come un indicatore statistico della propensione ai consumi e alla spesa negli Stati Uniti.
Secondo l’aggiornamento di Mckinsey sul report The State of Fashion 2020, durante l’epidemia di Covid-19 oltre il 65% dei consumatori europei e statunitensi prevede di ridurre la propria spesa complessiva per l’abbigliamento, ma prevede di spendere di più tramite i canali online e social.
Un altro sondaggio, ha rilevato che il 26% dei consumatori statunitensi cerca nuovi prodotti online più di quanto facesse prima del Coronavirus.
Inoltre, il 45% di questi acquirenti ha continuato ad acquistare articoli “non essenziali” durante il lockdown.
Avevamo veramente bisogno di una giornata che celebrasse il consumismo di massa?
È indubbio che gli sconti possano tornare utili per chi sa che ha bisogno di una cosa ed attende l’arrivo dei saldi per poterla pagare un po’ meno, ma è provato come la comunicazione accattivante, e i continui e massicci messaggi pubblicitari inducano i consumatori a comprare in queste giornate molto di più di quello che si ha realmente bisogno (lo scorso Black Friday sono stati fatti in media 12 acquisti al secondo solo su Amazon).
Inoltre dietro al Black Friday ci sono moltissime sfumature di nero che nulla hanno a che fare con l’origine del nome.
Nero come:
– l’inquinamento prodotto da tutte le plastiche degli imballaggi e del packaging;
– l’umore dopo un acquisto compulsivo.
Riflettiamo sulle conseguenze dei nostri acquisti prima di lanciarci in compere folli ed inutili!
E se proprio non riusciamo a resistere…facciamo una lista delle cose che ci servono realmente per acquistare in modo responsabile.
Diverse sono le campagne attivate per contrastare il black Friday, vi segnaliamo le seguenti se volete contribuire a condividere i messaggi sui social network:
-#blockfriday;
– #greenfriday;
– #disruptblackfriday.
Ci sono anche diverse iniziative di sensibilizzazione contro il trend consumistico del black friday! Ci sarà lo sciopero generale dei #Fridaysforfuture e ci sarà anche