Ultimamente si è registrata una forte tendenza ad utilizzare il termine “fatto a mano”, come “valore aggiunto” di un determinato capo o prodotto, volto quasi a volerne giustificare il prezzo o conferirgli maggiore prestigio.
Se vi trovate dinanzi a questa dicitura dovete sapere che non si tratta affatto di un valore aggiunto.
Nonostante, infatti, il mondo della moda stia cercando di diventare un’industria tecnologicamente innovativa, più del 99% di ciò che la compone , tra accessori, abbigliamento, calzature e gioielli, non è fatto da dei robot , quindi potenzialmente tutti i capi e prodotti che acquistiamo, è “fatto a mano”.
Questo per dire che dietro alla produzione di qualsiasi capo di abbigliamento, anche a ciò che state indossando in questo momento, dal vostro maglione alle vostre sneakers, c’è la presenza di macchine che a loro volta vengono guidate dalla presenza imprescindibile di milioni di paia di mani, appartenenti a milioni di persone che hanno una vita reale.
É per questo che forse, al fine di conferire quel valore aggiunto ad un capo di abbigliamento, più che utilizzare la famigerata espressione “fatto a mano” che vuol dire tutto e niente, dovremmo parlare di “fatto a mano artigianalmente”, riferendoci a quell’insieme di capi realizzati “interamente a mano” dall’inizio alla fine del loro processo di produzione, proprio come si faceva fino a circa 50 anni fa.
Ma la verità è che oggi le botteghe all’attivo che realizzano capi di abbigliamento fatti interamente a mano artigianalmente sono pochissime , mentre sono innumerevoli quelle realtà che si spacciano per produttrici di capi “fatti a mano”, laddove il fatto realmente a mano, occupa una minima e pertanto irrilevante parte dell’interno processo di produzione che è svolto per la stragrande maggioranza da macchinari.
Fatto a mano sì, ma artigianalmente!