Fashion Transparency Index 2021

Cos’è il Fashion Transparency Index?

Il fashion transparency index (FTI) è uno strumento di analisi della trasparenza della filiera delle maggiori case di moda. 

Pubblicato per la prima volta nel 2016, si fonda su alcuni criteri tra cui la salvaguardia dei diritti umani, dell’ambiente, l’impatto sociale ed, infine, la trasparenza della supply chain. Ci sono alcuni criteri base per poter essere inclusi nella lista, il principale è di natura economica: il fatturato. Questo dato, infatti, essere superiore ai 400 milioni di dollari annui.

l FTI è il frutto del lavoro di associazioni come Fashion Revolution che, a seguito della tragedia di Rana Plaza hanno iniziato a porsi come obbiettivo la trasparenza ed un cambio strutturale dell’industria della moda. 

L’indice si basa sul presupposto che la trasparenza e la responsabilità sociale siano il primo passo verso una filiera più equa, che dia ai consumatori più strumenti possibili per poter scegliere.

L’index è diviso in 5 aree:

  • Politiche interne 
  •  Governance
  •  Tracciabilità dei prodotti
  • Capire, mostrare e tracciare 
  • Temi caldi -questa sezione varia ogni anno, per il 2021 sono:
    • Condizioni di lavoro dignitose, una pronta risposta all’emergenza Covid19
    • Uguaglianza razziale e di genere 
    • Materie prime sostenibili
    • Business model che non sia fondato sullo spreco e sul consumo sfrenato
    • Economia circolare e scarti
    • Acqua e sostanze chimiche 
    • Cambiamento climatico e biodiversità 

I risultati del Fashion Transparency Index 2021

Il report del 2021 marca il quinto anno di pubblicazione e i progressi appaiono ancora lenti. Quest’anno il primo posto viene assegnato ad OVS.

I maggior marchi analizzati sembrano essere pronti a rendere pubbliche le informazioni riguardanti la politica interna, i propri obbiettivi, il rispetto dei diritti umani, ma sembrano essere meno trasparenti e chiari quando si tratta di raccogliere i  frutti del loro lavoro e su quale sia l’impatto effettivo delle loro politiche, rimandando di anno in anno la data per raggiungere un grado di sostenibilità più alto.

Secondo il report “The state of fashion 2021” di McKinsey, il 66 % dei consumatori  sarebbe pronto a boicottare un brand se fosse reso pubblico un trattamento dei dipendenti non equo e un impatto troppo alto sull’ambiente.

I consumatori chiedono a gran voce trasparenza e una supply chain più giusta, ed i brand, di conseguenza, si adattano e forniscono i dati e i programmi per il futuro.  Solo 10 anni fa, potervi avere accesso sarebbe stato molto difficile. 

Bisogna però fare attenzione a non confondere sostenibilità e trasparenza.

Analizziamo due casi:

  • Nel 2021 OVS è in vetta alla classifica con un incremento del 44 % sul risultato dello scorso anno. OVS, infatti, nel 2019 ha pubblicato la lista dei fornitori diretti e, entro la fine del 2021, pubblicherà quella degli indiretti. Inoltre,  ha  designato degli ispettori interni per fare degli audit ai fornitori per assicurasi che le condizioni di lavoro siano adeguate.
  • HM invece, rimane sul podio e, lo scorso anno, ha vinto il premio come brand più trasparente al mondo per la  chiarezza con cui comunica i dati in merito ai fornitori. 

Questo vuol dire che OVS e HM  siano sostenibili? No, vuol dire solo che rendono pubblici i loro dati. 

Perché il Fashion Transparency Index è importante?

È fondamentale sottolineare, ancora una volta, che trasparenza non vuol dire sostenibilità e, c’è il rischio che il  FTI possa essere usato all’interno  di campagne di marketing come strategia per dare l’idea di essere green e rispettosi dell’ambiente, facendosi portavoce dei valori dei consumatori. 

Al tempo stesso, però, se è vero che trasparenza non significhi per forza sostenibilità, è anche vero che la trasparenza è il primo passo per poter ottenere una fiera sostenibile e etica. Infatti, senza i dati, senza l’attenzione mediatica e la spinta dei consumatori, c’è il rischio che le promesse fatte e i programmi tanto pubblicizzati rimangano solo parole vuote. 

Concludo con un passo che trovo fondamentale del report del 2021: usate questi dati non  solo per comprare con più consapevolezza ma sopratutto per impegnarvi nell’attivismo.

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