Perché non dobbiamo smettere di chiedere il rinnovo del Bangladesh Accord.
Il Bangladesh è il terzo maggior produttore di vestiti al mondo, l’export di vestiti e tessuti conta l’80 % del volume totale di esportazione e impiega 3,5 milioni di lavoratori. (fonte Worker Right Consortium).
Le condizioni di lavoro, però, sono tra le peggiori al mondo: abusi verbali e fisici sono la norma, così come pessime condizioni di sicurezza. È stato calcolato che dal 2005, più di 2000 operai dell’industria tessile sono morti in roghi e incidenti causati principalmente da cattiva manutenzione. Di questi, 1,134 sono morti nel crollo del Rana Plaza, uno dei principali siti produttivi tessili del Bangladesh.
In seguito all’incidente, il 13 Maggio 2013, è stato firmato un patto, conosciuto semplicemente come The Accord, con cui i maggiori brand che producono nel paese si sono impegnati a rispettare 6 punti cardine:
- Garanzia di condizioni minime di sicurezza, in accordo con i sindacati.
- Ispezioni indipendenti supportate dai marchi produttori, coinvolgendo i sindacati e i lavoratori.
- Pubblicazione dei risultati delle ispezioni.
- Garanzia di fondi sufficienti e pagamenti equi.
- Elezioni di comitati per garantire la salute e la sicurezza nelle fabbriche.
- Programma di educazione e training per i lavoratori sui temi della sicurezza sul lavoro.
Il patto è stato formulato e promosso da sindacati locali e internazionali ed è stato firmato da oltre 50 brand. (fonte Clean Clothes Campaign).
Un rapporto del Marzo 2017 mostra che il 77% dei potenziali pericoli riscontrati siano stati risolti ma, nella maggior parte delle fabbriche, non si raggiunge ancora lo standard minimo per essere considerate a norma. (fonte Human Rights Watch).
L’accordo è scaduto il 31.05.2021 e i sindacati hanno recentemente annunciato una proroga di 3 mesi per la firma, permettendo alle negoziazioni di procedere.
Cosa succede se il Bangladesh Accord non viene rinnovato?
Secondo alcuni osservatori internazionali il mancato rinnovo del Bangladesh Accord potrebbe portare a un nuovo Rana Plaza.
- I consorzi ed i sindacati locali non hanno un potere tale sui gruppi internazionali e sugli imprenditori da obbligarli a ispezioni più frequenti e a garantire condizioni di lavoro sicure e stabili.
Inoltre, il sindacato degli imprenditori proprietari delle fabbriche in cui i vestiti vengono prodotti-il BGMEA- sembrerebbe opporsi al rinnovo dell’accordo.
- Il rinnovo gli obbligherebbe a investire in sicurezza, nella formazione di operai specializzati e a organizzare ispezioni indipendenti che garantiscano il rispetto delle regole, costi che non tutti vogliono sostenere. (fonte Remake).
È importante aggiungere che la maggior parte dei lavoratori dell’industria tessile sono donne.
- Le pressioni sociali di una società che tende a essere conservatrice e tradizionalista, renderebbero ancora più difficile l’organizzazione indipendente dei lavoratori e lavoratrici. (fonte Reuters Events)
In aggiunta, un terzo dei parlamentari del paese sono imprenditori nel mondo del tessile -o hanno azioni nelle maggiori società-.
- Questo aggiunge delle complessità a una situazione già molto frammentata, rendendo più lungo il cammino verso l’attuazione di politiche governativeche garantiscano condizioni eque e di sicurezza sul lavoro.
Secondo Ineke Zeldenrust, portavoce e coordinatore internazionale di Clean Clothes Campaign, le case di moda si starebbero organizzando per portare sul tavolo delle negoziazioni un nuovo accordo che non obbligherebbe più i brand internazionali a essere legalmente responsabili né per gli incidenti nelle fabbriche ne per l’istituzione di comitati d’ispezione indipendenti. (fonte Remake).
Se questi due punti cardine venissero a mancare, l’accordo si ridurrebbe a una scatola vuota, piena di fumose promesse che – probabilmente- non verranno mantenute.
L’impatto della pandemia sul mondo della moda ha esacerbato le logiche preesistenti e si rischia che gli operai accettino di lavorare in condizioni pericolose e ai limiti dello schiavismo, pur di poter mantenere un posto di lavoro e garantirsi uno stipendio.
Il Bangladesh Accord rappresenta la possibilità di cambiare il sistema produttivo della moda e abbiamo il dovere di salvaguardarlo! La vita e la sicurezza di migliaia di lavoratori e lavoratrici dipende da questo Accordo.
Firma la petizione, condividila tra i tuoi contatti e aiutaci a far firmare i brand!