È vero che la moda etica e sostenibile è costosa?

Quando si parla di moda etica e sostenibile, vengono sicuramente in mente molti luoghi comuni che frenano l’interesse di molti, tra cui il preconcetto che sia inaccessibile o comunque troppo costosa.

Spesso, infatti, temi come la sostenibilità sembrano ancora destinati a una parte della popolazione privilegiata, un mercato di nicchia che si può “permettere” di pensare all’etica nei propri acquisti.

Molte volte quando si parla di moda etica e sostenibile, è difficile non notare il prezzo. Ma questo principalmente perché non siamo più abituati a riconoscere il giusto prezzo delle cose e a capirne il valore.

Occorre, infatti, ricordarsi che dietro ogni vestito che compriamo c’è il prezzo di tessuti, bottoni, zip e tutto il lavoro delle persone e delle diverse mani che hanno disegnato, creato un cartamodello, tagliato e cucito il nostro vestito. 

Il prezzo potrebbe costituire un freno all’acquisto e all’approccio verso una moda più sostenibile, soprattutto per chi non ha grandi possibilità economiche.

Ma non dimentichiamo che lo slow fashion non si basa solo sui vestiti che compriamo, ma anche sul modo di concepire il nostro guardaroba e di pensare i nostri acquisti in generale, e questo è completamente gratuito! 

La moda etica quindi non è troppo costosa e non è un mercato di nicchia. 

Può capitare però che il nostro potere d’acquisto sia davvero troppo basso, per un motivo o per un altro. Magari in questo momento non ci possiamo permettere certi investimenti perché la nostra situazione economica non ce lo permette o magari siamo troppo giovani e il nostro budget non ci permette ancora di acquistare quello che vorremmo.

Quindi, cosa possiamo fare concretamente per fare un passo verso una moda più etica anche quando ci sembra di non averne la possibilità?

Ridimensioniamo

Cerchiamo di capire innanzitutto di quanti e quali vestiti abbiamo davvero bisogno. Il fatto che in media usiamo solamente il 20% del nostro guardaroba ci fa capire che il restante 80% è probabilmente frutto di investimenti poco oculati. Proviamo a pianificare il nostro guardaroba cercando di capire meglio qual è il nostro stile, quali sono i luoghi che frequentiamo di più e le occasioni che abbiamo per mettere i diversi vestiti, come dobbiamo o vogliamo vestirci per lavorare, per il tempo libero e per le occasioni più eleganti. 

Calcoliamo il cost per wear

Quando stiamo considerando un nuovo acquisto, non fermiamoci al prezzo che vediamo sull’etichetta, ma calcoliamo il cost per wear, ovvero il costo per ogni volta che indossiamo un capo di abbigliamento. Per calcolarlo, ci basterà sommare il prezzo di vendita del capo e eventuali costi per ripararlo o modificarlo e dividerlo per il numero di volte in cui lo indossiamo.
Immaginiamo di acquistare un paio di jeans a 200 € e di indossarli 400 volte: ogni volta ci sarà costato 50 centesimi. Proviamo a immaginare invece di acquistare una t-shirt a 14,99 € e di indossarla solo 5 volte: il cost per wear salirà a circa 3€! 
Quello che ci può sembrare costoso al momento dell’acquisto potrebbe rivelarsi in realtà molto più conveniente a lungo termine, se scegliamo una migliore qualità del capo e se sappiamo che lo indosseremo più e più volte. 

Riusiamo

Banale? Forse, ma vale la pena dirlo comunque. Usiamo quello che abbiamo già nel nostro armadio e, se non ci piace più, possiamo provare a modificarlo leggermente attraverso l’upcycling oppure donarlo a qualcun altro che lo userà di più!

Seconda mano

La seconda mano porta con sé enormi vantaggi: è in genere molto economica, ci permette di scovare pezzi che nessun altro possiede e di dare una seconda vita a capi inutilizzati. Purtroppo però ci sono ancora molti, troppi pregiudizi sulla seconda mano e molte persone non la vedono di buon occhio, un po’ perché non sappiamo chi ha indossato i vestiti prima di noi, un po’ perché la associamo a uno stile trasandato. 

Per rispondere a tutti i vostri dubbi, date un’occhiata a questo articolo in cui troverete tutto, ma proprio tutto quello che vorreste sapere sulla seconda mano ma non avete mai osato chiedere. 

Scambiamo

Se proprio non avete voglia di acquistare capi di seconda mano da sconosciuti, ricordiamo che ci sono anche amici e parenti! Scambiarsi i vestiti è un ottimo modo per allungare il loro ciclo di vita e per cambiare il proprio guardaroba senza spendere un centesimo!

Per concludere, il fatto che la moda etica sia costosa è un mito da sfatare una volta per tutte. Ma è anche vero che non tutti hanno le stesse possibilità economiche per costruire subito un guardaroba di brand sostenibili dalla A alla Z dall’oggi al domani, in quel caso ci sono molte altre opzioni disponibili!

1 Comment

  • giulia ha detto:

    salve! il discorso del comprare ecosostenibile e molto interessante. Cerco di comprare sostenibile in tutti gli aspetti da anni: dal detersivo allo shampoo, dagli assorbenti al cibo. PERO’! però per farlo devo fare la contorsionista, scartabellare siti e marche, scavare e scavare. sarebbe semplice si, che io andassi al primo negozio eco ed equo sostenibile e comprassi tutto lì, il problema è che poi non avrei più da mangiare e vivere per il resto del mese. Sono ormai convinta che:
    – è diventata una moda e adesso per qualsiasi cosa i prezzi sono lievitati mille volte
    – comprare sostenibile sia fattibile con accortezze: esempio lo shampoo, io lo compro in siti esteri, solido. perchè il prezzo medio che mi si propone qui è 5/8 euro. per non parlare degli assorbenti, stessa più drammatica storia: qua un solo assorbente lavabile lo puoi arrivare a pagare dai 5 ai 12 euro! su siti esteri molto meno.
    La DOMANDA è: una persona media può davvero permettersi l’ecosostenibile ? a mio avviso no, adesso è un Lusso che pochi possono avere. Essere sostenibile si può, anche con prezzi molto contenuti, ne sono l’esempio, ma si deve scavare e scavare (io vivo in provincia) – i costi qui sono più alti certo, ma si può essere più “onesti” mi chiedo, perchè non si può nascondere il fatto che tutti in fondo vogliono guadagnare (e ci mancherebbe!!)

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