Le mascherine e i guanti monouso non biodegradabili, sono diventati un grave problema ecologico che si è andato a sommare al già presente quadro drammatico in cui vertono i mari e gli oceani per la presenza di plastica a danno degli ecosistemi marini. In questi mesi sono apparse diverse campagne e raccolte di firme per ovviare a questo evitabile danno.
Credits: Opération Mer Propre (OMP)
A questa “emergenza nell’emergenza” hanno risposto in modo pronto ed intelligente molti sarti e realtà di moda migrante, convertendo la loro produzione alla realizzazione di mascherine riutilizzabili.
I migranti parte fondante di queste iniziative hanno mostrato un encomiabile senso di solidarietà e di cittadinanza attiva verso la comunità di cui fanno parte.
È il caso dei Talking Hands – Con le Mani mi racconto, realtà di design e moda gestito da immigrati e richiedenti asilo, con la direzione artistica di Fabrizio Urettini di Treviso.
Questo Atelier è stato tra i primi a organizzarsi per riconvertire la propria produzione a servizio dell’emergenza sanitaria, iniziando a produrre mascherine in tessuto, seguendo le indicazioni per la sicurezza e mantenendo un design originale e allegro con fantasie Wax.
Vogue ne ha scritto nel suo numero iconico dalla copertina bianca del marzo 2020 che il direttore artistico Urettini commenta così “Questo “white blank” anche per noi significa tante cose, significa restituire quella dignità a una cultura del design di cui la nostra esperienza vuole essere testimone; significa ridare dignità agli individui che ne prendono parte e l’urgenza di dare loro un titolo di cittadinanza che gli permetta di iniziare finalmente a poter immaginare e progettare la propria vita in Italia; significa anche ripensare in modo più etico e mutualistico il mondo del lavoro e anche quello del sistema moda”.
Le mascherine riutilizzabili sono in doppio strato di Cotone “Italian Wax” di Ratti con cui l’Atelier di Treviso ha avviato una collaborazione. Possono essere acquistate online oppure scrivendo a: [email protected].
Talking Hands, ph. Matteo De Mayda, 2020
A Roma, Coloriage laboratorio sartoriale che impiega e forma immigrati/e e disoccupati/e, ha lanciato il progetto #sulamaschera.
Il progetto permette di acquistare con un’offerta libera mascherine riutilizzabili colorate e sicure composte da tre strati: uno in cotone wax fantasia, uno intermedio in spunbond impermeabile in 100% polipropilene usato per le mascherine chirurgiche e uno di cotone leggero a tinta unita. Indossabili double-face e lavabili.
Inoltre è stata prevista la possibilità di fornire gratuitamente le mascherine riutilizzabili alle persone in difficoltà, attivando anche una collaborazione con il Municipio 1 di Roma per recapitarle a chi ne ha bisogno.
Altra collaborazione interessante ha riguardato Coloriage nella realizzazione delle mascherine per l’Ong Open Arms, l’organizzazione non governativa e senza fine di lucro la cui principale missione è proteggere e soccorrere in mare le persone in stato di pericolo che cercano di raggiungere l’Europa.
Per l’acquisto delle mascherine Coloriage si può andare sul sito dell’iniziativa ed indicare la taglia (uomo, donna, bimbo, bimba) e fare una donazione indicando l’indirizzo dove si vuole recapitare i prodotti.
Nel periodo estivo è possibile inoltre trovare le mascherine e altri prodotti della sartoria sociale al temporary store di Coloriage nella galleria centrale della Stazione Termini di Roma.
Le mascherine di Coloriage Laboratorio per Open Arms
Coloriage laboratorio, progetto #sulamaschera
Lapà il neonato marchio di Cristina La Pàrola ha lanciato a giungo la sua prima capsule di accessori.
Il progetto è nato con la collaborazione del giovane fashion designer nigeriano e di base a Roma Nosakhare Ekhator e la consulenza artistica della piattaforma B&W-Black&White, una linea coordinata di Borse e Mascherine Double-Face.
I kit coordinati sono in 3 colori a righe, rosse, blu e gialle da un lato e dall’altro rispettivamente in écru, denim e fantasia Sterlizia con due varianti di borsa: la Borsa Secchiello e la Shopper. Ogni kit presenta inoltre una pochette porta mascherina per riporla quando non è in uso. Le mascherine sono composte da tre strati, due in 100% cotone ed uno intermedio in TNT. Il design è pensato per adattarsi in modo morbido e anatomico al volto e regolabile all’orecchio nelle misure Uomo-Donna.
“Questa idea nasce per rendere l’utilizzo della mascherina oltre che sicuro anche piacevole, senza dover rinunciare allo stile, alla freschezza e allo sfizio di avere un coordinato elegante” racconta Cristina La Pàrola.
Per acquistarle contattare [email protected] o la loro pagina Facebook.
Lapà collection P/E 2020, ph: Marta Tagliavia
Lapà collection P/E 2020, ph: Marta Tagliavia
Vicini d’Istanti di Bologna, atelier di moda e sartoria sociale che impiega richiedenti asilo, ci permette di personalizzare la propria mascherina direttamente online, scegliendo tra diverse fantasie del colorato tessuto cerato Wax africano.
Oltre a mascherine riutilizzabili di diverse misure propongono quella baby a soffietto. E’ inoltre possibile creare un coordinato con la mascherina ed i capi e accessori della splendida collezione REBIRTH SS 2020 disegnata del giovane talentuoso designer Victor Abbey-hart.
Vicini d’Istanti, collezione REBIRTH 2020 – Ph. Andrea Ciccarese
Altri progetti:
Progetto LaMin con sedi a Roma ed a Messina, progetto di moda e formazione per giovani sarti e sarte immigrati/e. Hanno prodotto mascherine riutilizzabili, inizialmente per aiutare a far fronte all’emergenza. “Ad oggi sono 1200 le mascherine donate. A Messina sono state donate alla Protezione civile per i cittadini e alla Casa circondariale per detenuti, operatori e polizia penitenziaria. A Roma, invece, alla comunità Sant’Eustachio per i senzatetto, al III Municipio per anziani e disabili”. In seguito nascono quelle in wax colorato ed in vendita a prezzi modici che hanno permesso di sostenere il lavoro dei sarti che fanno parte del progetto. Inoltre grazie alla collaborazione con il progetto di moda circolare di Viving hanno realizzato mascherine 100% cotone riciclato.
Temporary Roots la sartoria sociale del progetto Action Women di CastelVolturno che coinvolge principalmente donne migranti vittime di tratta o di violenza nei contesti d’origine e donne italiane in situazioni di fragilità, dopo il primo progetto “SKAF – mettitelo bene in testa”, di produzione di turbanti, ha lanciato per l’emergenza Covid19 la produzione di mascherine in 100% cotone Wax lavabili e con tasca per filtro TNT.
Non poteva mancare infine la produzione di mascherine di The Sewing Cooperative di Roma, laboratorio sartoriale condotto da giovani richiedenti asilo e rifugiati, tra i primi ad aprire in Italia!
La Mappatura Mondiale delle mascherine riutilizzabili.
Sono molti gli atelier ed i singoli in tutto il mondo che si sono attivati per realizzare mascherine fatte a mano per l’emergenza sanitaria ed è nata una piattaforma internazionale che le segnala.
La “Carte mondiale des masques artisanaux” è una mappatura che indica atelier e realizzatori di mascherine artigianali curata da waxupafrica con la collaborazione di Talking Hands – Con le mani mi racconto e di Awa Meite in Mali.
Grazie alla mappatura è possibile ordinare la mascherina direttamente alle sartorie sociali o singoli artigiani e al tempo stesso, chi le produce, può segnalarlo all’iniziativa entrando a far parte della mappa ed è invitato a fotografarsi con il poster “I made Your Mask”.
Questo messaggio fa parte della campagna di sensibilizzazione partita a marzo da Fashion Revolution sulla trasparenza e valorizzazione di chi sta dietro alla realizzazione dei capi e, in questo caso, delle mascherine protettive. #IMadeYourMask – #fashionrevolution.
— Foto di copertina Credits: Talking Hands, ph. Matteo De Mayda, 2020.
N.B.