Giovedì 21 marzo 2019, presso l’Accademia Costume & Moda di Roma, si è tenuta una Master Class dal titolo “Sostenibilita’ e social responsibility: le nuove sfide competitive dalla moda italiana”.
Hanno partecipato come relatori Cesare Saccani, Manager Director di ICMQ India, Emanuela Sabbatini, Presidente e Co-founder di AFLIN Onlus e Cecilia Frajoli Gualdi, Co-founder di Dress the Change.
“In questi ultimi anni abbiamo assistito ad una crescente attenzione ai temi della Sostenibilità e alla Responsabilità Sociale. In Accademia Costume & Moda l’attenzione al presente e al futuro è cruciale e già attraverso il network di aziende e della filiera con cui collaboriamo queste aree di progetto sono emerse e sono state affrontate dagli studenti”. Con queste parole, Furio Francini, CEO Accademia Costume & Moda, apre l’incontro e prosegue “l’occasione di ospitare una master class corale in cui la complessità degli aspetti ecologici, economici e di fair labour sono stati trattati, è stata preziosa. Gli studenti hanno partecipato con sincero interesse considerando che il futuro sarà di chi riuscirà ad affrontare queste sfide di civiltà con la giusta consapevolezza e nella costruzione di un nuovo approccio culturale. Ringrazio Emanuela Sabbatini, Cecilia Frajoli Gualdi e Cesare Saccani per averci offerto tre angolazioni complementari e ricche di insights e conto di averli presto nuovamente nostri ospiti per proseguire un discorso tanto ampio e fondamentale”.
Un intervento con parole dirette e concrete, tanti concetti espressi in una manciata di minuti per passare poi la parola ai relatori.
“Gli stilisti di domani – sostiene Cesare Saccani – dovranno pensare i prodotti di moda nella piena consapevolezza che millennials e gen z presteranno sempre più attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità sociale del luogo in cui vengono realizzati. Ma per consentire al consumatore l’esercizio del diritto di acquistare in modo informato occorre trasparenza e affidabilità delle informazioni fornite da aziende e marchi. Get if Fair è uno strumento a disposizione di marchi della moda per verificare il rispetto dei diritti umani, la sicurezza dei luoghi di produzione gli impatti ambientali e fornire ai propri clienti finali informazioni sempre più trasparenti e affidabili sulle catene di fornitura. Il sistema moda Italia deve rafforzare i tradizionali punti di forza (qualità, design, passione per il dettaglio) con i valori emergenti di sostenibilità e responsabilità sociali per fidelizzare le future generazioni di consumatori”.
E’ proprio sull’aspetto dei diritti umani che volge l’intervento di Emanuela Sabbatini “AFLIN oltre a favorire come principale progetto l’istruzione, punta con determinazione alla promozione di un ruolo attivo delle donne in India. Abbiamo intrapreso la strada del “Vestiamo responsabile” con gli obiettivi di migliorare la consapevolezza del consumatore Italiano sulle condizioni e l’ambiente di lavoro in cui è stato realizzato il prodotto che sta comprando e di migliorare concretamente e sul campo la responsabilità sociale delle imprese Italiane e lungo la loro rete di fornitura in India (e Asia)”. Racconta, come esempio, una storia di una donna, sarta a cui viene dato del lavoro subappaltato. Mamma di due bambine sostenute dalla Onlus, lavora a casa, con la sua macchina da cucire per 16/18 ore per poche rupie al giorno. Continua Emanuela “Si deve dare dignità a queste meravigliose donne, che sono esempi di vita e cardini della famiglia! Motivo per cui AFLIN vuole valorizzare la loro professionalità attraverso tutte le possibili garanzie per un lavoro giusto, con un progetto di formazione e inserimento professionale”.
Nel 2017 è nato “Dress the Change” un magazine on line per la diffusione della cultura della moda etica. L’intervento di Cecilia Frajoli Gualdi dedicato agli studenti dell’Accademia di Costume e moda nel talk sulla sostenibilità si è focalizzato sul loro ruolo di consumatori di oggi e designer di domani. Come consumatori di oggi possono, infatti, valorizzare i brand virtuosi che realizzano capi di abbigliamento in modo ambientalmente e socialmente responsabile e condividendo una cultura sostenibile. Come designer di domani potranno progettare in modo responsabile e sostenibile, dal concept alla sua realizzazione, tenendo conto di tutta la filiera di produzione. I ragazzi saranno dei “Desumer” e potranno progettare in modo sostenibile sia la domanda che l’offerta nel mercato della moda.