La morte di Jeyasre Kathiravel è stato l’ennesimo caso che ha evidenziato come la violenza di genere sia endemica nell’industria della moda.
Jeyasre Kathiravel era una giovane donna di 21 anni del Tamil Nadu, India. È stata la prima persona nel suo villaggio ad andare al college e da due anni aveva trovato lavoro come operaia in una fabbrica chiamata Natchi Apparel in una zona rurale del Tamil Nadu per pagarsi gli studi.
Natchi Apparel è una fabbrica di abbigliamento di proprietà di Eastman Exports Global Clothing, il quarto più grande esportatore di abbigliamento dell’India. Natchi Apparel produce capi di abbigliamento per il marchio di moda multinazionale H&M. I lavoratori della fabbrica dicono che sono costretti a fare più di 1.000 articoli di abbigliamento al giorno sotto una pressione incessante.
Il 1° gennaio 2021, Jeyasre Kathiravel non è tornata a casa dal lavoro.
Dopo una lunga ricerca da parte della sua famiglia e della comunità, durata quattro giorni, è stata trovata morta in un terreno incolto, dopo essere stata violentata e uccisa. Il suo supervisore di Natchi Apparel ha confessato ed è stato accusato di questo orribile crimine.
La morte di Jeyasre avrebbe potuto e dovuto essere evitata.
La famiglia ed un sindacato locale che rappresenta le lavoratrici della Natchi Apparels sostengono, infatti, che Jeyasre aveva tentato di denunciare le molestie e le intimidazioni che stava subendo sul lavoro, ma non era stato preso alcun provvedimento. Sostengono, anche, che la violenza di genere nella fabbrica era diffusa.
Dall’omicidio di Jeyasre Kathiravel, più di 25 donne si sono fatte avanti per denunciare molestie ed abusi sessuali alla Natchi Apparel. È chiaro che la violenza di genere nella fabbrica fosse una pratica diffusa.
Le donne di Natchi Apparel hanno descritto un ambiente di lavoro in cui i supervisori maschi esercitano “un potere totale“. “Anche le donne sposate non sono al sicuro. Ci sono solo abusi e obiettivi di produzione. Non siamo altro per la fabbrica“. Un’altra donna ha detto che la violenza sessuale va avanti da anni: “Succede spesso nel turno di notte“.
La violenza di genere è endemica nell’industria globale della moda. Questa violenza è usata per intimidire e soggiogare le lavoratrici ed impedire loro di rivendicare il loro diritto a un lavoro giusto, sicuro e dignitoso. I sindacati per sostenere e proteggere i lavoratori sono pochi e lontani tra loro e, quando le donne sono abbastanza coraggiose da parlare, sono spesso minacciate, picchiate, licenziate, o violentate ed uccise.
L’industria della moda deve porre fine alla sua dipendenza dalla violenza sessuale contro le donne.
H&M ha affermato di avere tolleranza zero per la violenza di genere nelle sue catene di approvvigionamento. Ha detto che sta lanciando un’indagine indipendente sui presunti incidenti di molestie alla Eastman Exports e sta lavorando per migliorare la sicurezza dei lavoratori nelle sue fabbriche in Tamil Nadu.
Ma i gruppi internazionali per i diritti del lavoro, l’Asia Floor Wage Alliance (AFWA) e il Global Labor Justice-International Labor Rights Forum (GLJ-ILRF) sostengono che l’apparente incapacità di H&M di controllare i propri codici di condotta sulla violenza di genere o di garantire che ci fosse un “processo responsabile” dopo l’omicidio di Kathiravel ha messo a rischio la famiglia e altre donne che lavorano nella sua catena di fornitura.
“Crediamo che le continue molestie sessuali che ci sono state segnalate, seguite dallo stupro e dall’omicidio di Jeyasre Kathiravel, siano il risultato diretto del fallimento di Eastman Exports ed H&M nel rispondere alle condizioni estreme e diffuse di violenza di genere e alle continue violazioni della libertà di associazione che i lavoratori di Natchi Apparel devono affrontare“, ha detto Anannya Bhattacharjee, coordinatore internazionale di AFWA.
I gruppi accusano anche H&M di non essere intervenuta adeguatamente per fermare le presunte intimidazioni alla famiglia in lutto di Kathiravel da parte dei dirigenti della Eastman Exports nelle settimane successive alla sua morte.
Dopo il ritrovamento del corpo della figlia, infatti, la famiglia dice di aver subito pressioni crescenti per accettare una compensazione finanziaria e firmare documenti che sollevassero il fornitore H&M da ogni responsabilità per la morte di Kathiravel. Non c’è alcun suggerimento che faccia pensare che H&M fosse consapevole o parte in causa di queste pratiche.
“Ci rendiamo conto che questa visita può aver creato l’impressione che noi facciamo pressione o influenziamo la famiglia dell’impiegato deceduto. Abbiamo dato istruzioni a tutto il nostro personale di gestione e alle persone che rappresentano Eastman di sospendere qualsiasi iniziativa per il momento“.
Eastman Exports ha anche detto di avere tolleranza zero per la violenza di genere e che ci sono procedure interne di reclamo credibili nelle sue fabbriche. Ha detto che la fabbrica non ha ricevuto rapporti di molestie da Kathiravel e che un’indagine di una ONG locale ha concluso che Kathiravel e l’uomo accusato del suo omicidio erano “profondamente innamorati” e che la famiglia non ritiene la fabbrica responsabile della sua morte.
I sindacati chiedono ad H&M di usare il suo potere come acquirente straniero per garantire che qualsiasi violenza di genere sia sradicata dalle fabbriche di Eastman Exports e in tutte le sue catene di fornitura.
In una dichiarazione, un portavoce di H&M ha inviato le condoglianze alla famiglia e ha detto: “I sindacati coinvolti ci hanno chiesto esplicitamente di non interrompere il rapporto commerciale con il fornitore in questione, e di lavorare invece attivamente per rafforzare la sicurezza sul posto di lavoro. Siamo quindi in stretto contatto con il fornitore e abbiamo stabilito alcune azioni immediate e urgenti che ci aspettiamo che completino per dimostrare come possono garantire un luogo di lavoro libero da molestie“. Ha detto che qualsiasi rapporto futuro con Eastman Exports dipenderà dall’esito di un’indagine di terzi indipendenti.
Per seguire l’evoluzione del caso e contribuire alla sensibilizzazione potete seguire questa pagina: #JUSTICEFORJEYASRE
Potete firmare anche questa petizione: https://www.change.org/p/h-m-justice-for-jeyasre-kathiravel
Fonte dell’articolo The Guardian