Etichetta di Composizione
L’etichetta di composizione ci riferisce i materiali tessili che indossiamo, ma non solo: indirettamente, consente di farsi un’idea sulla futura vita dell’indumento e sul nostro grado di soddisfazione durante l’utilizzo. Costruire il proprio guardaroba scegliendo al meglio i materiali non è per niente scontato e ci permette di evitare delusioni e frustrazione.
Secondo la Legge n° 55 “Etichettatura dei prodotti e Made in Italy” dell’8 aprile 2010, sull’indumento devono essere riportate le fibre tessili in esso contenute.
Quali prodotti sono da etichettare? Tutti i tessili ed i manufatti contenenti almeno l’80% in peso di fibre tessili.
Composizione
La compilazione dell’etichetta da parte del produttore prevede tre casi:
1. Prodotto ottenuto unicamente da una fibra tessile;
Se il prodotto è composto unicamente da una fibra tessile, l’etichetta di composizione deve riportare il nome della fibra, preceduto dall’indicazione “100%” o “Puro” o “Tutto”.
2. Prodotto ottenuto da due o più fibre tessili, delle quali almeno una pari all’85% del peso totale;
Nel caso siano coinvolte più fibre tessili, delle quali almeno una pari all’85%, è possibile che l’etichetta di composizione riporti la sola fibra presente in quantità maggiore, attraverso la dicitura “Minimo 85%”. È sempre ammessa tuttavia la distinta completa di tutti i filati presenti.
3. Prodotto ottenuto da due o più fibre tessili, delle quali nessuna pari all’85% del peso totale.
Quando il prodotto è ottenuto da più fibre tessili, delle quali nessuna pari ad almeno l’85%, l’etichetta di composizione deve riportare almeno due delle principali fibre presenti, seguite dalla relativa percentuale in peso; le rimanenti fibre devono comunque essere indicate successivamente.
Tutte le fibre presenti in quantità non superiore al 10% in peso del prodotto finito possono essere menzionate con l’indicazione generica “Altre fibre” seguita dalla percentuale globale; se invece tali fibre vengono menzionate separatamente, le denominazioni devono essere accompagnate dalla relativa percentuale.
Va inoltre ricordato che sono esclusi dall’etichetta di composizione i fili di cucitura, le passamanerie e le bordature decorative (come frange, pizzi, ecc.) a patto che rientrino nel 7% del peso totale.
Non devono essere menzionati inoltre i bottoni, gli accessori metallici e tutti gli elementi decorativi o funzionali non tessili.
Infine, non è obbligatorio indicare i materiali che ricoprono i tessuti (nel caso di gommature o plastificazioni) se rientrano nel 30% del peso complessivo. Fanno eccezione le fodere, incluse quelle adesive.
Nei prodotti che sono composti da due o più tessuti, come appunto i capi foderati, l’etichetta deve riportare la composizione fibrosa di ciascuno dei tessuti presenti, specificando la componente o parte alla quale è riferita.
Due prodotti tessili che sono un insieme inseparabile, poiché venduti obbligatoriamente assieme, e che presentano la stessa composizione fibrosa possono riportare un’etichetta di composizione globale riferita ad entrambi pezzi.
Talvolta a seguito della composizione sono riportate alcune diciture, denominate qualificativi, che riguardano il tipo di lavorazione o la qualità della fibra: alcuni esempi sono il filo di Scozia e il cotone pettinato. In altri casi si sceglie di indicare – sempre in aggiunta alla composizione, mai in sostituzione – il nome commerciale o marchio registrato: rientrano in questa categoria “Lana Vergine”, “Lycra”, “Tencel”.
Guida a cura di Andrea Solenghi